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Viaggiare in Ecuador

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Messaggio  Antonello Lombardi Gio Set 09, 2010 1:19 pm

Ciao a tutti. Diego e Mandy mi hanno gentilmente invitato a riproporre qui una piccola guida per viaggiare in Ecuador che avevo presentato sul sito di Juza, con piacere la riporto qui di seguito.

Per molti Ecuador significa Galapagos e nient’altro! Ma vi garantisco che sbagliano, e sbagliano tanto! Comparato agli altri paesi del Sud America l’Ecuador ha un’estensione ridotta, ma presenta tre zone completamente diverse sia dal punto di vista geomorfologico che dal punto di vista degli ecosistemi: la Costa, la Sierra e l’Oriente: inoltre a circa 1000 km dalla costa vi sono le isole Galapagos, un unicum a livello planetario. Le sue tante culture, la varietà della flora e della fauna, la sua storia antica di 10000 anni, testimoniata dai vari siti archeologici e dalle raccolte dei musei, ne fanno una meta complessa in cui le sue tante realtà si intersecano su più livelli: alla periferia di una grande città della costa come Guayaquil si può vivere la realtà dei “curanderos” arrivati al seguito delle popolazioni della Sierra inurbate mentre ad Otavalo si può assistere alla riuscita fusione tra un’antica cultura andina con quella che noi definiamo la modernità; ancora, nel Carchi si incontrano forme di sincretismo culturale tra le rarissime popolazioni di neri delle montagne e le comunità millenarie di campesinos delle Ande, tra i cui frutti c’è una musica che fonde la “bomba” dei neri della Costa con i ritmi andini, mentre a Quito il centro storico meglio conservato e tra i più belli dell’America Latina offre locali dove si può ascoltare dalla musica popolare cubana al più sofisticato free-jazz.
Dal punto di vista naturalistico i diversi ecosistemi offrono una varietà notevole di specie, tanto animali quanto vegetali: dall’unica foresta sub-tropicale rimasta del Pacifico ad una Amazzonia tra le meno contaminate del Sud America, dal laboratorio vivente delle Galapagos ad alcune delle vedute più spettacolari dell’intera cordigliera delle Ande. La Sierra si estende tra la cordigliera orientale e quella occidentale, corre lungo tutto il paese, dal confine con la Colombia a Nord fino a quello peruviano dell’estremo Sud, in un susseguirsi di rilievi che arrivano a superare i 6000 metri, di estesi territori profondamente segnati dagli effetti dell’erosione e di fertili altopiani. L’intensa attività vulcanica, attualmente presente in vulcani come il Tungurahua e il Sangay, e la conseguente accumulazione di materiale eruttivo hanno portato alla formazione di nuovi rilievi che interrompono la continuità dello sviluppo longitudinale, dando origine, tra i 1300 e i 1800 m. , a diversi bacini indipendenti. Proprio per l’estrema irregolarità orografica che la caratterizza la Sierra presenta un andamento climatico estremamente eterogeneo: a distanze relativamente brevi si alternano località caratterizzate da intense precipitazioni e altre da clima decisamente secco.
La regione costiera dell’Ecuador è formata da una profonda fascia pianeggiante che, degradando dai contrafforti occidentali della Sierra, si estende fino alla costa del Pacifico. L’impossibilità di stabilire una precisa linea di demarcazione tra Sierra e Costa si riflette sulla divisione amministrativa del Paese, ragion per cui alcune province di marcata impronta serrana - tra cui Pichincha, Imbabura e Carchi – comprendono estesi territori pianeggianti. IL contrario avviene per la provincia di El Oro che dalla Costa, di cui è parte, si spinge fino ad inglobare aree marcatamente andine. IL confine geomorfologico tra le due regioni può essere fissato indicativamente a un livello altimetrico intorno i 500 m. Dal punto di vista climatico possiamo individuare due sottoregioni ben definite: Una esterna, litoranea, che riceve l’influsso diretto della corrente di Humboldt e si sviluppa dal confine con il Perù fino a Cabo Pasado nella provincia del Manabì, e un’interna che comprende la fascia costiera alla base dei contrafforti andini e l’intera area settentrionale della costa; nella fascia esterna predomina un clima caldo, ventilato e secco che non determina comunque mai i livelli di siccità tipici della costa settentrionale del Perù, mentre la fascia costiera interna e quella settentrionale sono invece caratterizzate da un clima umido che assume i caratteri del subtropico nelle aree dove precipitazioni più intense danno vita a una fitta vegetazione.
L’Amazzonia ecuadoriana, chiamata comunemente “l’Oriente”, si presenta come un’estesissima pianura alluvionale, degradante dalle pendici della cordigliera orientale della dorsale andina, che si sviluppa in direzione Est. Sud-Est fino al bacino del Rio delle Amazzoni, alimentato nel suo corso superiore dalla complessa rete dei fiumi che su di essa si adagiano. Essa costituisce una larghissima porzione del Paese corrispondente a circa la metà dell’intera superficie, dove sono concentrate immense risorse naturali e una popolazione di alcune decine di migliaia di abitanti. Buona parte del territorio è coperta da una foltissima vegetazione che solo la fittissima rete di tortuosi corsi d’acqua è in grado di penetrare. La navigazione fluviale, spesso praticata su piccole e rudimentali imbarcazioni, costituisce così l’unico sistema di comunicazione per alcuni piccoli villaggi delle comunità indigene,tuttora residenti nella selva. La regione, caratterizzata in generale da un clima caldo umido, presenta al suo interno un andamento poco omogeneo: in particolare, occorre segnalare le differenze climatiche tra alto e basso Oriente, dovute sia alla diversa altimetria, sia alla distanza che separa le diverse aree dalla cordigliera.
Un capitolo a parte sono le isole Galapagos: sicuramente una delle principali punti di interesse dell’arcipelago è il suo patrimonio faunistico che, nonostante i pericoli portati dalla colonizzazione e dal turismo, riesce a mantenere intatte molte delle caratteristiche originarie. Ciò che sorprende è la tranquillità degli animali che non sono spaventati dalla presenza umana e che sono disposti a farsi avvicinare e fotografare senza nessun timore. Ma anche dal punto di vista paesaggistico le varie isole e isolotti che compongono l’arcipelago offrono morfologie differenti e panorami di grande bellezza. Le isole più antiche, la cui età risale a circa 1.300.000 anni fa, si produssero in seguito a delle eruzioni sottomarine e sono circondate da mari le cui acque hanno profondità inferiore ai 200 metri; la maggior parte dell’arcipelago è però giovane, circa 30.000 anni, ed è composto da vulcani e piccoli coni, molti dei quali attivi. Le isole Galapagos, il cui nome amministrativo è arcipelago di Colón, sono toccate, principalmente, da due differenti correnti marine: la corrente di Humboldt, proveniente dal Cile e particolarmente ricca di sostanze nutritive, e la corrente del Niño che trova origine nella controcorrente equatoriale. La presenza delle due correnti incide significativamente sul clima dell’arcipelago, dando vita a precipitazioni atmosferiche e quindi alla crescita, su alcune isole, di vegetazione. Le prime forme viventi furono trasportate sulle isole delle correnti marine per mezzo di alghe, pezzi di legno e grandi masse vegetali; dopo avventurosi viaggi su fragili “imbarcazioni” naturali le forme viventi iniziarono ad colonizzare l’arcipelago. Gli ultimi arrivati sono stati probabilmente gli uccelli marini, arrivati con i venti. Le differenti condizioni degli ecosistemi insulari fecero sì che, mentre alcuni animali e vegetali andavano radicandosi, altri si estinguessero (si stima che solo una specie ogni mille riuscì ad adattarsi) non riuscendo a riprodursi. In molti casi gli animali di ogni singola isola mutarono, modificandosi da quelli originari e differenziandosi anche da quelli delle isole vicine. Questo processo di adattamento, che è durato, anni è stato messo in pericolo dall’introduzione, avvenuta in anni recenti da parte dell’uomo, di animali domestici che competono con le specie endemiche per le scarse risorse alimentari delle isole.
La flora e la fauna dell’Ecuador continentale rispettano la varietà climatica e orografica del paese che è considerato dagli studiosi una fucina della biodiversità: le Ande ecuadoriane sono tra i luoghi più frequentati dai birdwatchers di tutto il mondo, mentre nell’Oriente la presenza del giaguaro, del’orso e della lince, per non parlare dei coloratissimi rettili e anfibi, solo per citarne alcuni, rendono emozionante le battute fotografiche. Sulla Costa , oltre alle popolazioni di uccelli delle foreste di mangrovie, balene,delfini e squali fanno la felicità di chi fa immersioni. Le tante specie di orchidee native sono quelle che tra le varie piante endemiche colpiscono di più i profani in campo botanico come me, ma sicuramente gli specialisti avranno di che restare meravigliati. Purtroppo ultimamente si sta assistendo all’arrivo di personaggi che cercano di rubare i segreti dell’antica medicina, basata sulle piante, delle popolazioni indigene per poi rivenderli a casa farmaceutiche, senza nessun beneficio o riconoscimento per le popolazioni locali.
Alle Galapagos piante endemiche convivono con specie introdotte più recentemente, come ad esampio i tre tipi di cactus che per secoli hanno alimentato alcune specie di iguane oggi dividono la terra delle isole con piante grasse giunte con i coloni. Ma è la fauna “l’attrazione” principale: iguane marine e terrestri. tartarughe giganti, leoni marini, sule dai piedi blu, pinguini si incontrano lungo i sentieri del parco ed offrono un’esperienza difficilmente ripetibile altrove.

Come organizzare il viaggio

Quando andare in Ecuador? Purtroppo le varie zone hanno differenti periodi ottimali per essere visitate ma diciamo che il nostro periodo estivo (da Giugno a Settembre) offre un buon compromesso. L’Ecuador è un paese abbastanza sicuro comparato con i suoi vicini (un po’ di maggior attenzione va posta nelle grandi città) e si può tranquillamente visitarlo da soli se si parla un po’ di castigliano. In alcune zone, infatti, le infrastrutture turistiche sono scarse e bisogna organizzarsi con dei locali (vi consigli di rivolgervi alle associazioni delle nazionalità indigene). In posti come questi l’alimentazione è piuttosto monotona (riso in bianco, un pò di legumi, generalmente fagioli o lenticchie, uova fritte, pollo e le onnipresenti zuppe!), ma, in generale, l’Ecuador non brilla dal punto di vista gastronomico (i ceviches ecuadoriani non sono nemmeno lontanamente parenti di quelli peruviani!). Potrete affittare una macchina, ma sappiate che molte strade sono in condizioni pietose, per cui scegliete un fuoristrada. Gli ecuadoriani sono persone amabili e molto inclini al dialogo e non è difficile ricevere inviti che permettono di conoscere la vita quotidiana di questo popolo.
Dal punto di vista della spesa, con l’eccezione delle Galapagos, l’Ecuador è abbastanza economico per i nostri standard: una buon Hostal difficilmente supera i 20 $ per la doppia e si può mangiare tranquillamente con 5 $. I trasporti pubblici raggiungono ogni parte del paese e sono un modo interessante ed economico per spostarsi.
Per gli appassionati di fotografia qualche consiglio sull’attrezzatura da portare con se: tenetela sempre con voi, i bagagli, sia sugli aerei che sui bus, vengono abbastanza maltrattati e nel caso di rottura o perdita non verrete rimborsati se non in minima parte, con l’aggravante che trovare materiale fotografico di qualità nel paese è difficilissimo e costoso. Per le Galapagos sono fondamentali gli zoom; per quanto gli animali possono essere facilmente avvicinati, si deve restare sempre all’interno dei percorsi segnalati e si è controllati sempre dalle guide e dai biologi, per cui l’uso di lenti fisse può essere limitativo.
Circa le foto alle popolazioni indigene la situazione è molto varia: gli Otavalo, ad esempio, si fanno fotografare volentieri, mentre invece i Saraguro sono molto gelosi della loro identità culturale: purtroppo ho visto dei componenti di gruppi di viaggi organizzati comportarsi come ad uno zoo, scambiando delle persone per animali inpagliati! Siate sempre rispettosi delle popolazioni autoctone e, se necessario, usate dei teleobiettivi, ma sempre con discrezione. In Amazzonia, a meno che non abbiate una macchina tropicalizzata, usate dei sacchettini di plastica trasparenti in cui inserire il corpo macchina: l’umidità è il peggior nemico della vostra macchina fotografica. Portate qualche pezzo di ricambio: in Amazzonia ho perso il tappo di una lente e sulla Costa un oculare (costano poco e lì non li trovate). Chi volesse avere informazioni più dettagliate può contattarmi alla mail 62astro@gmail.com.



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Messaggio  MANDY Gio Set 09, 2010 4:25 pm

Splendido racconto, grazie per averlo condiviso con noi!
L'Ecuador dev'essere sensazionale come lo descrivi. Pensa che la mia tesi di laurea fu sulla Comunità ecuadoriana qui a Genova. Inoltre, ho un sacco di alunne ecuadoriane, motivo in piu' che mi ha spinta a imparare lo spagnolo.
Essendo purtroppo per noi il Sudamerica ancora un paese "vergine" mi sento piu' spinta verso Peru', Brasile ed Argentina...ma l'Ecuador è un paese che per vari motivi sento molto piu' "vicino".
Speriamo di riuscire ad organizzar presto un tour in Sud America...
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