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LA MIA TANZANIA: SAFARI NEI GRANDI PARCHI DEL NORD E ZANZIBAR

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Messaggio  Moni63 Dom Set 05, 2010 1:04 pm

Tour operator: TERRITORI DISCOVER THE WORLD – Tanzania Discovery + Mnarani Beach Cottages
Preparazione viaggio
Dopo un primo safari in Kenya nel 1985, nel 2004 abbiamo scelto ancora questa destinazione in particolare su desiderio di nostro figlio Andrea. In diversi ci dicevano quanto la Tanzania fosse più bella del Kenya e visto che le nostre vaccinazioni erano ancora valide decidiamo di provarci quest’anno. In Kenya avevamo viaggiato con African Safari Club che 25 anni fa si era rilevato ottimo (forse perché gestivano solo 3 alberghi) mentre 6 anni fa malgrado l’ottima organizzazione del safari, il soggiorno a Mombasa non lo è stato altrettanto. Navigando in internet e più precisamente nel sito http://touroperator.qviaggi.it alla destinazione Tanzania trovo il tour operator Territori Discover the World e dopo una visita nel proprio sito richiedo un preventivo. Nel frattempo valuto anche le offerte di tour operator classici da agenzie i cui prezzi ti scoraggiano. Nel giro di pochi giorni ricevo la risposta dal titolare Elia e il preventivo sottoposto mi soddisfa, con un totale di ca Eur 2'900'000 a persona sono previsti 8 giorni di safari e l’estensione a Zanzibar il tutto in pensione completa. I contatti con Elia sono avvenuti per e-mail (l’agenzia si trova in provincia di Verona e noi abitiamo in Svizzera) ma il tutto ha funzionato benissimo e quindi il giorno……….

Diario di viaggio
24.07.2009
Ritrovo aeroporto Milano Malpensa ore 15.30.00 per il rituale del check-in (aeroporto affollato) e l’imbarco sul volo Egyptair MS704 previsto per le ore 17.00 ma ritardato alle ore 18.15 con destinazione Cairo dove atterriamo dopo circa 4 ore e 30 di volo. Ad attenderci un impiegato dell’aeroporto che ci scorta insieme ad altri 20 passeggeri al volo successivo MS 849 Cairo Nairobi, ritardato per permetterci il trasferimento. E la fretta ci gioca un brutto scherzo. Al nostro arrivo a Nairobi due borsoni su tre non giungono a destinazione: abbiamo fatto quasi strike!! Dopo lo sconcerto iniziale, passiamo al rito della denuncia e speriamo in bene,
Ci viene in mente la battuta di Diego Parasole (Zelig): “Il volo in genere non da problemi, ma poi pensi “ma i miei bagagli saranno arrivati?” Quando vedi che i tuoi bagagli non sono arrivati pensi: Guarda com’ è cambiato il modo di viaggiare: Cristoforo Colombo partiva per mete sconosciute. Adesso il mondo è tutto conosciuto, gli unici che partono ancora per mete sconosciute sono i nostri bagagli”
All’uscita dell’aeroporto troviamo il nostro autista Hamza (o Hamzar come sostiene Andrea) che fornisce al proprio boss i dettagli per la ricerca bagaglio. Ci informa però che potrebbero volerci 2 o 3 giorni e che sarà impossibile averli a disposizione durante il safari perché ci troveremo in viaggio già nel Serengeti. Conteggio degli indumenti a disposizione: 1 paio di pantaloni lunghi e uno 3/4, una maglietta, due paia di mutande, un giacca in jeans, 1 paio di calze e di scarpe per quanto mi riguarda e un paio pantaloni 3/4, una maglietta e un paio di sandali per Claudio. Chiediamo ad Hamza(r) di poter fare “shopping” al nostro arrivo ad Arusha oltre a pescare qualche indumento dal borsone di Andrea (che però non ha la mia stessa taglia né quella di Claudio).

25.07.2010
Dopo quasi 6 ore di viaggio con la Toyota Land Cruiser messaci a nostra disposizione dalla Wildbeest Safari e il passaggio alla frontiera di Namanga arriviamo ad Arusha. Un giro della città e ci fermiamo al “Green Hut* per il pranzo e da questo momento il menu principale diventa quasi esclusivamente “grilled chicken” anche se il direttore del ritrovo al mio accenno che non sono particolarmente carnivora mi prepara un ottimo burger vegetariano. Le porzioni sono e saranno sempre abbondanti. Ci affidiamo ad Hamza(r) per il cambio valuta e per lo shopping ricambio. Dapprima in un supermercato dove acquistiamo il necessario per l’igiene personale (le visite mensile di noi donne capitano sempre nei momenti meno opportuni e il grosso dell’occorrente era rimasto in valigia!) poi in mercato locale dove dopo contrattazione acquistiamo pantaloni, scarpe e maglioncini. Non riusciamo a trovare delle T-shirt ma possiamo anche provarci più avanti. Il viaggio continua fino a Lake Manyara National Park per un primo safari.
Il Lake Manyara National Park è costituito da una striscia di terra lunga circa 50 km e larga tra i 6 e gli 8 km che include il lago omonimo e si estende fino al ripido versante occidentale della Rift Valley. Il parco si colloca non distante dal villaggio Masai di Mto Wa Mbu (in swahili: fiume delle zanzare), lungo la strada che porta ai più famosi parchi di Ngorongoro e del Serengeti, a soli 130 km da Arusha. Dal 1981 è riserva della biosfera.
L'estremità settentrionale del parco è occupata da una fitta foresta primaria. Si alternano poi paesaggi tipici della savana, punteggiata da giganteschi baobab, boschetti di acacia, e foreste a galleria lungo i corsi d'acqua. Il parco è infatti attraversato da molti torrenti e dal fiume Endabash. All'estremità meridionale ci sono inoltre le sorgenti d'acqua calda Maji Moto.
Il primo incontro con la fauna del parco lo abbiamo con una colonia di babbuini poi procediamo in direzione del lago dove ci fermiamo ad ammirare gli eleganti fenicotteri e i loro colleghi pellicani mentre si alzano in volo ed atterrano. Riusciamo anche ad intravedere alcuni ippopotami che sonnecchiano nell’acqua. Torniamo alla jeep e giriamo una parte del parco alla ricerca di altri animali che puntualmente incontriamo: zebre, giraffe, antilopi e diversi varietà di uccelli. La stanchezza del viaggio si fa sentire e anche Hamza(r) mi spiega che non dorme da 24 ore. Lasciamo il parco con l’intenzione di ritornarci il giorno successivo per un ulteriore esplorazione (siamo arrivati tardi visti i problemi in aeroporto) e rientriamo al Twiga Lodge / Camp Site dove pernottiamo in una comoda e ampia camera e dove ci attende un’abbondante cena al termine della quale ci facciamo un giro nel Camp Site: sono tante le tende pronte per la notte. Molti turisti scelgono l’opzione campeggio con un cuoco ed un autista al seguito. Torniamo alla nostra casetta e………….buona notte al riparo sotto la zanzariera.
26.07.2010
Sveglia alle 07.00, colazione in compagnia di Hamza(r) (la sera precedente non ce l’ha fatta a raggiungerci a cena, è crollato prima) carichiamo i pochi bagagli (non tutti usano un trolley da cabina come zainetto!! e pensare che eravamo indecisi sulla misura dello zaino da portare, rimasto in uno dei borsoni abbandonati) effettuiamo un secondo safari al Lake Manyara National Park senza però la fortuna di incontrare feroci gattoni. Al termine imbuchiamo la strada verso il Serengeti National Park con una sosta nella riserva del cratere di Ngorongoro per il pranzo-picnic: pollo, uovo sodo, pane, banana, biscotti e succo di frutta.
Nel primo pomeriggio raggiungiamo il Serengeti National Park una delle più importanti aree naturali protette dell'Africa orientale. Ha una superficie di 14.763 km², e si trova nel nord della Tanzania, nella pianura omonima, tra il lago Vittoria e il confine con il Kenya. È adiacente al parco keniota del Masai Mara e ad altre importanti riserve faunistiche. È stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1981. Il parco rappresenta una delle principali attrazioni turistiche della Tanzania, e la più importante di un sistema di quattro aree naturali protette detto "Northern Safari Circuit", che include anche il Parco nazionale del lago Manyara, il parco nazionale del Tarangire, il parco nazionale di Arusha e la riserva naturale di Ngorongoro. Il nome del parco, nella lingua delle popolazioni masai locali, significa "pianura sconfinata".
Il primo incontro con alcune giraffe proprio all’entrata del parco poi gli struzzi, antilopi, alcune iene, i primi elefanti e in particolare il primo gruppo di leoni, ben 8 adulti che stanno consumando il proprio pasto. Dal nostro punto di osservazione si sente lo scroccare delle mascelle sulle ossa dell’animale morto. Ci sono anche alcuni cuccioli che l’erba alta ci nasconde e non riusciamo a vedere bene. Al termine della nostra settimana di safari saranno ben 48 i leoni incontrati.
Proseguiamo il nostro giro fra giraffe, zebre e gnu. Questi ultimi come ci spiega Hamza(r) sono amici per la pelle (il branco è sempre composto da zebre e gnu) perché si proteggono a vicenda in caso di pericolo. Il tempo vola e i chilometri macinati sono tanti. Il nostro autista si accorge di essere leggermente in ritardo per lasciare il parco, entro le 18.00 e quindi a gran velocità ci dirigiamo all’uscita che raggiungiamo alle 18.05. Poi ci spingiamo fino al nostro rifugio per le prossime due notti, Ikoma Safari Camp (www.ikomasafaricamp.com) dove ci aspettano due originali grandi e accoglienti tende e la calda ospitalità del manager Pepe. Assistiamo al tramonto del sole, doccia e cena per tutti gli ospiti alle 19.30 poi…………a nanna.

27.07.2009
Sveglia alle 07.30 colazione all’aperto sotto un tetto in paglia e dopo aver ritrovato Hamza(r) si riparte per il Serengeti. Incontiamo un altro fra i big five, il bufalo poi ci fermiamo alla “piscina degli ippopotami”. Sinceramente anche se non avessimo visto il cartello ci saremmo accorti di chi la popolava per l’odore inconfondibile che vi aleggia. Sulla riva ci sono anche alcuni coccodrilli. La giornata si snoda attraverso il paesaggio del parco, seguendo le diverse piste che ci avvicinano agli animali: zebre, elefanti, facoceri, leoni che si rotolano sul terreno come gatti, varietà di uccelli e solo nel pomeriggio dopo il nostro picnic nel “tourist site” del parco dove acquisto una maglietta di ricambio (pulita e del colore che voglio solo in XL!) per $ 20 (quando cerchi i venditori di T-shirt per pochi euro non li trovi) abbiamo uno degli incontri che speravamo: un leopardo “appollaiato” sopra un albero mentre su quello vicino si trova la sua preda. Purtroppo eravamo distanti ma con l’aiuto di cannocchiale e macchina fotografica il felino è stato immortalato per i ricordi. Usciamo dal parco in orario e torniamo al campo per la nostra serata.

28.07.2010
Dopo la prima colazione, lasciamo l’Ikoma Safari Camp e rientriamo nel Serengeti National Park per un ultimo safari mattutino. Abbiamo ancora un animale da trovare, il ghepardo. Hamza(r) si dirige verso la zona più probabile. Giriamo a lungo senza incontrare esseri viventi ad esclusione di qualche zebra poi finalmente la nostra ricerca viene premiata dalla vista di ben 3 ghepardi alle prese con il proprio pasto. La nostra guida ci spiega quanto inusuale questo numero perché il ghepardo non vive in gruppi. Si tratta di tre fratelli. Al termine del pasto si allontano e il loro posto viene subito preso da alcune jene e dagli avvoltoi che svolazzavano in attesa del loro turno. Dopo pranzo lasciamo il Serengeti soddisfatti e ci dirigiamo verso la riserva e il cratere più famoso del mondo, quello di Ngorongoro. Prima di arrivare alla riserva, sostiamo alla gola di Olduvai, importante sito archeologico africano.Si tratta di un avvallamento lungo circa 40 km, chiuso da ripide pareti, situato nella pianura del Serengeti. I ritrovamenti effettuati in questa zona hanno svolto un ruolo importante nella comprensione dello sviluppo e delle origini della specie umana. Al termine della visita raggiungiamo il Rhino Lodge (http://www.ngorongoro.cc/) e una temperatura serale e notturna che varia fra i 10 e gli 0 gradi!! Come rimpiango il mio pile imbottito e foderato rimasto a dormire in aeroporto. Cena e riposo notturno.

29.07.2010
Sveglia alle 06.00 colazione in compagnia di Hamza(r) e discesa nel cratere di Ngorongoro. Si tratta di un cratere vulcanico e l'area attorno al cratere costituisce la riserva naturale di Ngorongoro. Si trova a 2200 metri sul livello del mare, misura oltre 16 chilometri di diametro e occupa in totale un'area di circa 265 chilometri quadrati. Si tratta della più grande caldera intatta del mondo. Sulla corona del cratere corre un'unica strada, sul versante meridionale. Ci sono quattro strade che collegano la corona con l'interno del cratere; il percorso richiede circa 30 minuti in fuoristrada. L’aria è freddino ma la vista di tre leoni maschi che ci vengono incontro sulla pista ci fa dimenticare le nuvole e la brezza fresca. Sembra incredibile quanto vicino siano e quanto ci snobbino con la loro andatura lenta e dinoccolata. Lasciamo i leoni e continuiamo il nostro giro fra zebre, gnu, varietà di uccelli, struzzi, buffali, leonesse con cuccioli, elefanti, sciacalli, ippopotami, babbuini. Manca all’appello il rinoceronte anche se Hamza(r) ne ha avvistato uno in lontananza ma da dove ci troviamo sembra un puntino nel nulla. Picnic sulle rive del lago e poi dopo un ulteriore giro risaliamo le pendici del cratere in e usciamo dalla riserva. Hamza(r) si lancia a folle velocità sulla strada in discesa ma arriviamo tutti interi a fine corsa. Durante il safari la nostra jeep ha avuto qualche problema di raffreddamento e Hamza(r) decide di fermarsi in un villaggio per sistemare la guarnizione. Mentre è occupato con il meccanico ci facciamo o meglio tentiamo di farci un giretto nei dintorni ma siamo subito “assaliti” da venditori vari, così alla fine della sosta ci ritroviamo con 10 collanine, un quadro, una maglietta, e una bandiera della Tanzania. Abbiamo accontentato tutti con pochi dollari e regalando qualche cuffietta per il telefono (che ci avevano dato in aereo). Riprendiamo la strada e ci porta al Tarangire National Park e al nostro alloggio il Tarangire River Camp (www.pbase.com/escog/river_camp&page=1 oppure www.africadreamsafaris.com/lodge_tar_River.html). Ci viene assegnata una tenda per 5 persone, ampia ed accogliente: un vero lusso. Cena servita per tutti alle 19.30 e poi dopo una sosta al falò la serata si conclude

30.07.2010
Colazione alle 07.30 e poi visita al Tarangire National Park un'area naturale protetta della Tanzania settentrionale. Si trova un centinaio di chilometri ad ovest di Arusha, sulla strada che conduce a Dodoma, a sudest del lago Manyara. Prende il nome dal fiume Tarangire, che lo attraversa. Prima di entrare nel parco un loro addetto inonda la jeep di insetticida per evitare che un tenace tipo di zanzara ci segua (non capito di quale “mosquito” sia). Avvistiamo le prime zebre poi un ingorgo di jeep ci dice che deve esserci qualcosa di grosso. Ed ê così, nascosto fra le rocce un leopardo. Restiamo in paziente attesa e dopo 30 minuti ecco la pellicce maculata del felino che si nostra per 10 minuti e poi scompare nella vegetazione. Proseguiamo il nostro giro fra leoni, elefanti, giraffe, zebre, gnu, antilopi, gazzelle, dik-dik, facoceri. Sosta per il pranzo con una simpatica sorpresa. Invece del solito sacchetto, Hamza(r) scarica una borsa frigo contenente una coperta da picnic, involtini di carne, frutta, caraffe di the e caffè, cestini con pane fresco, succo di frutta, posate, bicchieri, biscotti. Dopo la sosta ristoratrice riprendiamo le piste del parco ammirando solo la fauna ma anche la flora e la vegetazione., il paesaggio del Tarangire rispetto a parchi come quello del Serengeti è più verdeggiante; attorno al fiume si trovano estese paludi e pianure alluvionali, ma anche boschi. È il parco tanzaniano con la maggior concentrazione di baobab.
Al termine della lunga giornata rientriamo al campo per una rinfrescante e rilassante doccia e ultima cena della nostra settimana di safari.

31.07.2010
Lasciamo il Tarangire River Camp alle 08.00 per Arusha e soprattutto per l’Impala Hotel dove ritroviamo i nostri bagagli. Durante il viaggio converso con Hamza(r) a proposito di religioni, politica e sport. Quando mi chiede quale sport si pratichi in Svizzera, oltre allo sci e all’hockey su ghiaccio, accenno anche al calcio, nuoto e tennis menzionando il nostro miglior tennista Roger, il cui nome accende uno sguardo di sorpresa sul volto di Hamza(r): “do you come from the same country of Roger Federer? He is a very great and famous person!” Però, chi l’avrebbe detto che noi svizzeri siamo conosciuti anche per I risultati sportivi di Roger e non sono per il cioccolato, il formaggio, gli orologi, le banche e i guai di UBS!! Grande Roger.
L’aeroporto di Arusha non è molto grande ed è il punto di partenza per safari in aereo. Salutiamo e ringraziamo Hamza(r) e procediamo ad un check-in molto caratteristico: tutti in fila (che arriva al’esterno del piccolo ufficio), pesatura dei bagagli e trasporto degli stessi a mano da parte degli addetti dell’aeroporto, sale di attesa all’aperto e cancelli di imbarco fai-da-te. Ma ancora meglio a Zanzibar dove i bagagli ti vengono consegnati a mano sopra un bancone. Questa volta ci sono tutti e all’uscita troviamo il pulmino del Mnarani Beach Cottages (www.mnarani-beach-cottages.com) dove abbiamo prenotato una standard e una deluxe room.

31.07.2010 – 06.08.2010
Giorni di pieno relax, con nuvole, pioggia, sole e mare fra l’alta e la bassa marea dell’Oceano Indiano. Le camere sono ampie e ben disposte; per quanto riguarda il vitto è eccellente a pranzo perché alla carte mentre la sera non sempre abbiamo gustato al meglio ad eccezione della grigliata. Il personale sempre gentile e disponibile.

06.08.2010 – 07.08.2010
Imbarco sul volo della Kenya Airways con destinazione Nairobi dove al nostro secondo ingresso in Kenya siamo schedati: fotografia ed impronte digitali. Ritiro bagagli e ricerca dell’autista che……………. Non c’è! Aspettiamo e nel frattempo un gentile impiegato dell’hotel Intercontinental si premura di sapere quale sia il nostro problema e dopo spiegazione e avergli mostrato il recapito del nostro corrispondente in Kenya si incarica di chiamarlo. L’autista purtroppo è rimasto bloccato nel traffico e chiede al nostro provvidenziale aiuto di organizzare la trasferta per e da il Kenya Confort Hotel (www.kenyacomfort.com) che lasciamo il mattino successivo per imbarcarci sul volo Egyptair MS850 con destinazione Cairo (anche questo volo partito con un’ora di ritardo) e poi proseguire per Milano Malpensa con MS703 dove atterriamo in perfetto orario.

Moni63

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Messaggio  MANDY Dom Set 05, 2010 1:12 pm

Grazie mille Moni, non sai quanto sia prezioso per noi il tuo contributo..anche perchè l'anno prossimo niente e nessuno ci fermerà e finalmente TANZANIA!!!! Smile
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