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Messaggio  annalisa Gio Set 09, 2010 5:59 pm

Come inizia un’ avventura di due mesi e mezzo in Australia?
Una sera di Ottobre, il mio migliore amico Andrea mi propone un viaggetto di qualche settimana agli antipodi. Chiedo l’aspettativa dal lavoro e dopo un mese ci troviamo su un aereo diretto a Perth.
L’ 11 Novembre, dopo un viaggio di oltre 24 ore, atterriamo su suolo australiano. Fuori dall’aeroporto ci accoglie l’aria calda e umida della capitale del Western Australia e ci stravolge. Impieghiamo una settimana per ambientarci e organizzare il tour e trovare un mezzo di trasporto. Alla fine adottiamo Milk&Sugar un mini VAN presso la Wicked Campers, al modico prezzo di 90$ al giorno … da moltiplicare per 43 giorni. E abbiamo scelto una delle più economiche!!! Comunque e’ accogliente e pulito, sufficientemente grande per dormirci comodi e attrezzato di angolo cottura!
E’ già il 19 Novembre quando lasciamo Perth.
Guida stradale alla mano prendiamo direzione Est. … I pappagalli volano da un albero all’altro attraversando la strada e davanti a noi si stende l’orizzonte … La pioggia ha portato il fresco e nonostante sia pieno giorno i canguri escono alla scoperto … ma non tutto è poi così perfetto! Infatti i primi due wallaby li abbiamo visti stecchiti sul ciglio della strada e anche un bel pappagallo, di quelli color verde smeraldo, era spiaccicato come una cavalletta sull’asfalto! In tre ore raggiungiamo Hyden per esplorare Wave Rock: una parete di granito alta 14m e lunga 110m che milioni di anni di intemperie hanno modellata fino a farle prendere la curiosa forma di un’onda.
Qualche curiosita’ sull’ Australia: e’ la piu’ grande isola della terra, e’ l’unica isola ad essere un continente ed e’ l’unico continente ad essere una nazione ed e’ l’unica nazione ad essere nata come prigione; ma quest’ ultimo particolare innervosisce gli australiani!

20/11/2009
Ieri sera ci siamo fermati in un area di sosta a Ravensthorpe … era già buio e noi eravamo senza fonti luminose!!! Per fortuna avevamo tra i bagagli una candelina profumata, così abbiamo preparato riso con tonno e caffè e sistemato le cuccette tutto a lume di candela. La notte è stata tormentosa: ha piovuto molto e il ticchettio delle gocce su un tetto di metallo non èl’ideale per prendere sonno! Alla fine ci siamo svegliati alle 8 infreddoliti e umidi … su vetri e pareti interne di Milk & Sugar si era formata la condensa!!! Mentre bolliva l’acqua per il tè ci siamo vestiti e ci siamo lavati i denti con l’acqua della tanica. Alla prima road house per il rifornimento abbiamo anche acquistato una torcia calamita!… Ormai da ieri mattina i cellulari non prendono, tanto meno la chiavetta per collegarsi ad internet …
Più a Sud la strada ci porta ad Esperance dove facciamo una breve sosta, giusto il tempo per prendere un caffe’ da Coffe Cat un furgoncino parcheggiato davanti al pontile. Decidiamo di fare quattro passi sul molo e mentre camminiamo notiamo un fagotto sulla spiaggia. Normalmente mi aspetterei un sacco nero di immondizia, invece e’ un leone marino in ozio che si gode qualche raggio di sole.
Lasciamo Esperance, l’ultimo posto con un po’di segnale che ci ha permesso di connetterci e usare il telefono. Ora ripercorriamo alcuni km in direzione nord, passiamo da Norseman e dirottiamo verso est. Ci aspetta la 90 MILE STRAIGHT, ovvero 146 km di asfalto privo di curve e la sosta per la notte e’ doverosa.

21/11/2009 Solo Km e Km di NIENTE
…percorsi su un nastro di cemento srotolato in mezzo al deserto. Efficace descrizione per spiegare la pianura del NULLABOR . Non fatevi trarre in inganno, non e’ un nome aborigeno, bensì latino e significa senza alberi! Ad Eucla passiamo la dogana. Già diversi Km prima, alcuni cartelli ci invitavano a consumare la frutta o la verdura perché e’ proibito trasportarla da una regione all’altra. Vale anche per il miele, ma noi non lo sapevamo e ce l’hanno sequestrato. Ora lasciamo il South Est del Western Australia per entrare nel South Australia. Sulla via verso Port Augusta facciamo sosta in uno dei belvedere dai quali si può ammirare l’oceano. Questo tratto di costa, è uno dei passaggi migratori preferiti dalle balene, ma solo tra maggio e ottobre e noi siamo a Novembre!!!!Percorriamo più o meno 700Km incrociando qualche TIR, poche auto, una decina di moto, un sidecar e 2 pazzi in bici!!! La guida in solitaria rende gli autisti solidali e quando ci si incontra o ci si sorpassa e’ inevitabile scambiarsi un cenno di saluto confortante sollevando indice e medio dal volante. Siamo fortunati; non c’e’ il sole che spacca, anzi e’ piuttosto nuvoloso e ogni tanto piove per qualche minuto così non schiattiamo dal caldo e queste condizioni atmosferiche che alternano nuvoloni e sole con piogge sparse ci regalano l’apparizione di spettacolari arcobaleni.
E i canguri?? A questo punto del viaggio ne abbiamo incontrati molti, moltissimi ma tutti sfracellati al suolo! E i corvi e le mosche banchettano … Vivi ne abbiamo visti solo due perché questi simpatici mammiferi usano uscire dopo il tramonto e attraversano la strada senza troppi complimenti. Per noi che pilotiamo un piccolo VAN non e’ prudente viaggiare in quelle ore … ma i TIR, con i bull bar montati sul paraurti, possono permettersi di rischiare e vincono sempre.
Concludiamo gli ultimi Km per arrivare in prossimità del Nullabor Motel. Prepariamo la nostra cena a base di fagioli e tonno in scatola e alle 20-21 a nanna. P.S. domani sarà il terzo giorno senza doccia …. l’argomento igiene personale verrà affrontato più avanti Wink

22/11/2009
Stamattina, dopo un veloce caffè,abbiamo percorso il resto della piana del NULLABOR PLAIN e attraversata la valle di Yalata, il cui nome per esteso è YALATA ABORIGENAL LAND, siamo giunti a Ceduna, il primo paese con addirittura 3.400 abitanti (il che non è male visto che fino ad ora abbiamo incontrato solo Road House, che contano al massimo una decina di lavoratori).Ora percorriamo le strade della Eyre penisola sempre seguendo la Stuart Hwy. A nord di questa regione ci si inoltra nell’outback del South Australia. Noi non siamo equipaggiati per affrontare questi territori che comprendono il Simpson Desert e il Sturt Stony Desert. Il Simpson Desert : deve il suo nome ad una imprenditore, precisamente un produttore di lavatrici: il signor Alfred Simpson che decise di finanziare una spedizione aerea su questi 260mila km quadrati di terra arida. Arida e’ un eufemismo se si considera che la temperatura puo’ raggiungere i 50 gradi centigradi …. Comunque fino al 1930, circa un’ottantina di anni fa,una zona del mondo cosi’ vasta non aveva ancora un nome!
23-24/11/2009.
Siamo ripartiti da Port Augusta in direzione Nord . Già a qualche km dal centro ci siamo resi conto di essere davvero nel deserto ! Ci eravamo preparati con scorte d’acqua, serbatoio pieno fino all’orlo,viveri in scatola in abbondanza, pronti al peggio per sopravvivere al NULLABOR! E pensavamo di aver affrontato chissà quale avventura! Ma qui e’ molto peggio!! Vegetazione sempre più rada e poche occasionali aree di sosta sguarnite e neanche un alberello sotto il quale ripararsi … niente road house dove rifornirsi e bere un caffè … niente di niente!!! Il caldo e le mosche sono cosi’ insopportabili che non scendiamo dal van neanche per mangiare. A turno ci prepariamo un panino e mentre uno guida l’altro sbocconcella… Quasi a secco dopo 500 e rotti Km abbiamo raggiunto Cober Pedy. Eravamo pieni di aspettative! Finalmente il centro famoso per le miniere dalle quali estraggono gli opali . La definizione piu’ diplomatica che si puo’ usare per descrivela e’ : inospitale. La sensazione e’ quella di essere proiettati in un era post atomica. Oltre ai migliaia di pozzi scavati tutto intorno, anche la citta’ e’ un groviera di abitazioni sotterranee chiamate dugout. Vengono cosi’ costruite perche’ sottoterra la temperatura’ e’ costante e chi le abita e’ protetto dal clima impietoso di questi territori, caldo fino a 50 gradi nelle giornate estive e gelo durante le notti invernali. Fuggiamo via. Saranno le 17 circa e viaggiamo belli tranquilli, godendoci il meraviglioso paesaggio di terra rossa e ascoltando musica. Avvistiamo la dog fence una recinzione metallica che fu posata per isolare i dingo lungo un perimetro di alcune migliaia di Km. All’improvviso vediamo un fagotto in mezzo alla strada … ”la solita carcassa di canguro”, abbiamo pensato, ma intorno c’era troppo fermento !!!!! Vicino , sempre più vicino, e finalmente ci siamo resi conto che un gruppo di aquile stava allegramente banchettando con il cadavere di un Emu….Ora non so quanto per voi sia normale incontrare 3 aquile che cenano con la loro preda … bhè a noi e’ venuto un coccolone! Naturalmente abbiamo inchiodato!!!!… Purtroppo si sono impaurite e appena ci hanno visto hanno preso il volo abbandonando il piatto; solo una, meno timida, si e’ lasciata immortalare prima di raggiungere le altre e posarsi a qualche metro da noi….Tutte e tre ci hanno tenuto d’occhio mentre facevamo le foto. Questa esperienza ci ha insegnato che dobbiamo usare la tecnica del cowboy … ma invece della pistola noi possediamo una digitale. Saremo i ragazzi dal CLICK facile, attenti ad ogni minimo movimento ….
Fermi nei pressi di Marla stanotte dormiamo al freddo in mezzo al deserto e senza doccia!!!!Che novita’!

25-26/11/2009 Sensazioni
E qui ci separiamo! Nel senso che la visita ad Uluru procura sensazioni secondo la sensibilità personale, così abbiamo deciso di scrivere ognuno il proprio articolo.
Annalisa: siamo a Yulara nel Voyagers Ayers Rock Resort : punto di riferimento per chi vuole visitare il parco nazionale. In definitiva e’ un complesso che contiene diverse soluzioni di alloggio, noi siamo i poveretti del campeggio! Il caldo e’ infernale. Il campeggio sembra il parcheggio in terra battuta e i pochi alberelli non sono sufficienti a proteggerci dai raggi del sole!E’ carissimo per quello che offre, ma siamo in mezzo al deserto, prendere o rinsecchire! Per fortuna c’e’ la piscina, contornata da un pratino d’erba….di plastica “naturalmente”! Alla reception del campeggio riserviamo l’escursione con cena ad ULURU circa 140$. Ci vengono a prendere alle 18 con un pullman già mezzo pieno di altri turisti e ci fanno allacciare le cinture!!!!!!!!!!!!! In 20 minuti siamo su un rilievo dal quale si ammira Uluru lunga 3,6km e alta 350m; ma e’ solo la punta dell’iceberg, infatti pare che ¾ del monolite siano nascosti sotto la sabbia. E’ il momento del tramonto, ma soprattutto dell’aperitivo, anche Andrea ci da dentro con i drink e infatti e’particolarmente ciarliero, così attacca bottone con 2 spagnoli. Io intanto faccio un po’ foto in attesa che la luce del sole abbia qualche effetto sul monolite. Mi guardo intorno e sono tutti impegnati a conversare e a farsi riempire il bicchiere di spumante. Andrea broccola con la barista. Neanche i giapponesi sono impegnati quanto me a scattare foto a quello che sembra un enorme pandoro! Delusa dal tramonto su Uluru dirigo l’obbiettivo sui monti OLGAS o KATA TJUTA intanto arriva l’ora di cena. L’ambiente e’ bellissimo, il buffet discreto e mi sono impegnata ad assaggiare tutto, anche per voi! Ho riempito il piatto con straccetti di coccodrillo (poteva essere gallo o pollo duro), brasato di canguro (non male il sapore, tipo manzo, ma un po’ fibroso) e filetto di pesce barramundi ( una specie di barracuda che all’eta’ di 5 anni cambia sesso!); nulla mi ha entusiasmata al punto da spingermi a superare l’orrore di ingurgitare queste carni senza pensare agli animali di appartenenza … allora mi sono servita insalata, pane e burro, e naturalmente ho onorato con entusiasmo tutti i dolci. Andrea intanto si caricava di vino rosso e proseguiva il broccolameneto con due giapponesi sedute al tavolo con noi. Ad un certo punto hanno spento le poche luci e la volta celeste e’ divenuta protagonista …. il cielo era così “pieno” di stelle da far male agli occhi. Un ragazzo, ben preparato ed equipaggiato di torcia, ha tenuto un’ estroversa lezione di astronomia. Poi con dei telescopi potentissimi ci hanno fatto vedere Jupiter e la Luna! Ho visto proprio i crateri!!!!!! I buchi, la superficie butterata!!! Ma che bello!!!!!!!!!!!!!! Alla fine Uluru non e’ stato un gran che , ma la serata e’ stata piacevole e abbiamo fatto amicizie!
Ma non e’ finita, Andrea mi ha convita che ULURU può dare di più e quindi la mattina successiva sveglia alle 4.00 per vedere l’alba. Noooo, ancora il pandoro!?!!? E dobbiamo anche pagare l’ingresso al parco, 25$ a testa!( vale 3 giorni) Vabbè, arriviamo in loco e penso : eccolo proprio come l’ho lasciato ieri sera, immobile,asettico, inutile. Certo questa volta eravamo vicini e la soggezione per le dimensioni e’ stata forte! Una pianura infinita con questo enorme monolite piazzato lì in mezzo …. piuttosto curioso!! Ma l’alba era a pochi secondi dall’avvenire e il primo raggio di sole ha bloccato il mio ennesimo sbadiglio a metà. Quando la luce ha raggiunto il Pandorone il miracolo e’ avvenuto. Il gioco di chiari e scuri, prodotto dai fasci solari che giocavano con le ombre prodotte dalle cavità, e’ stato sensazionale; il colore cambiava man mano che passava il tempo in simultaneità con il sole che faceva capolino da est. I minuti passavano e il rosso si intensificava. Oscurità e luminosità … Difficile da spiegare e arduo da rendere con le foto. Solo il sole e l’atmosfera rendono giustizia e dignità ad Eyers Rock.
Quindi ora sono qui, a fare pubblica ammenda: ULURU scusa se questa miscredente non ha confidato nella potenziale magia che ti avvolge e perdonami se ti ho chiamato pandoro. Tu sei il nido del serpente arcobaleno e meriti tutto il rispetto!
Andrea e la matematica dei sogni:
Se io ora vi chiedessi: “quanto fa 2+2?”Bene … posso facilmente immaginare che il 90% di voi abbia risposto 4, mentre un 10%, per poter credere di essere “diverso”, avrà risposto 5.La risposta giusta ovviamente è 4! Fin dal giorno della creazione, il famoso big bang, la risposta è sempre stata questa e così rimarrà per sempre.Nel preciso istante del grande Bang si sono formate tutte le leggi che regolano l’universo e tutte sono riconducibile, con ultima istanza, alla matematica. Eppure esiste un piccolo posto dove le leggi della matematica non si applicano … un posto vicino ad ognuno di noi …Stare vicino ad Uluru per me è esattamente quel piccolo posto dove la matematica non si applica.Ero già stato qui … qui di fronte … non è la prima volta per me, e forse non sarà nemmeno l’ultima (ma questo non posso saperlo)…Oggi non vi scriverò quello che ho fatto, o quello che ho visto o quello che ho sentito.Oggi vi voglio dire qual è quel posto dove le leggi della matematica non si applicano …
È il vostro cassetto! Si il cassetto dei sogni, quello dove tutti noi teniamo nascosto dentro quelli che sono i nostri desideri più segreti … quello dove ci sono i sogni che un giorno realizzerete. Beh.. io non sono abituato a tenere dentro troppi sogni … io ho bisogno di realizzarli. Con questa mia visita ad Ayers Rock si chiude il cerchio … le emozioni provate di fronte al monolite non sono cambiate ma, forse, sono cambiato io … Che sia riuscito a trovare qualche risposta in più rispetto alla volta precedente? Chi lo sa?Tuttavia quello che non posso fare è chiudere il cassetto … e dentro c’era anche questa.
Il viaggio continua …

27-28-29/11/2009 Aridita’
Continuiamo il cammino e giungiamo al Alice Springs. Il caldo è torrido e viaggiare non e’ facile. Arriviamo in città. Alice Springs sorse per ospitare uno dei numerosi e risoluti telegrafi disseminati su suolo australiano, ed ora e’ una prospera città nel mezzo dell’outback. Pare che sia sede della piu’ numerosa comunita’ di spie della CIA. Noi ci fermiamo solo una notte al campeggio G’DAY MATE che vuol dire buon giorno amico. Da queste parti l’accento australiano si fa’ nasale e le parole si contraggono sempre di piu’ e per noi diventa sempre meno comprensibile.
La mattina del 27 decidiamo di passare la giornata in città fino al pomeriggio sperando che rinfreschi. Vaghiamo per il centro ma e’ deserto allora compriamo della frutta e ce ne andiamo in un parco a pranzare sotto gli alberi tra i pappagalli e i canguri! Che pace! Prima di partire tentiamo il riparo dal sole in una specie di centro commerciale … ecco dove erano tutti ! Anche gli aborigeni! A godersi l’aria condizionata dei negozi! Ovviamente fuori il caldo non molla ma ci mettiamo al volante e i pochi km che percorriamo sono uno strazio. Ci trasciniamo fino ad un’area di sosta a Barrow Creek che ospita un pub frequentato da tosatori di pecore. Ceniamo, nanna e prima dell’alba sveglia!
E’ il 28 Novembre, ci saranno quasi 38 gradi, le labbra sono secche, il naso e’ secco, gli occhi sono secchi, la pelle e’ secca. Abbiamo quasi finito i contanti e le carte di credito hanno finito il credito, e fino al 1 Dicembre non le potremmo usare. Percorriamo 740Km a 80all’ora per risparmiare carburante … l’aria condizionata ci fa consumare di più ma non possiamo morire riarsi! L’orizzonte e’ disseminato da termitai giganti. Nonostante le mosche e il calore le Karlu Karlu, o devil ‘s marbles, meritano una sosta. Sono massi di granito enormi tondeggianti e levigati; sembrano le installazioni di qualche artista moderno. Così impilate sono una sfida alla legge di gravità e all’equilibrio distribuite su 1800 ettari! Non c’e’ un ingresso da pagare, non c’e’ un ristoro, non c’e’ nessuno!!! Si trovano in un area di sosta come le altre che abbiamo incontrato e’ solo un po’ piu’ ampia e con qualche cartello esplicativo!
Si riparte. Ultimamente ci nutriamo di pomodori, Philadelphia, pane tipo mulino bianco, mango, anguria, yogurt e caffè. Ci siamo concessi un piatto di spaghetti al pomodoro, ma solo accendere il fornello per cucinare e’ un supplizio con queste temperature, e anche lavare piatti e padelle senza lavandino e’ una gran rottura, inoltre dobbiamo centellinare l’acqua della tanica per lavarci. Intanto il paesaggio e’ migliorato e la vegetazione e’ alta e viva, o almeno lo sarebbe se gli incendi di qualche giorno fa non avessero annerito quasi tutto!
Questa notte ci ospita una road House a Larrimah sempre sulla Stuart HWY. Passiamo un’altra notte pressoché insonne su Milk & Sugar , ora il clima e’ un po’ più umido ma comunque caldissimo. Ci rimangono 125$. Dobbiamo fare ancora 600Km per arrivare a Darwin, passando per Katherine e probabilmente ce la caviamo con un pieno di circa 70-80$. Oggi e’ domenica e se arriviamo in città non sappiamo se rimanere senza contanti per dormire in campeggio oppure dormire on the road gratis ma ancora senza servizi, in attesa di martedì 1 e usare i pochi $ per nutrirci con qualcosa che non sia scatolame. Per ora viaggiamo, piano, perché Andrea e’ ripartito con il portellone posteriore aperto senza accorgersene ! E siamo saltati giù a chiuderlo in mezzo alla strada, e anche perché Andrea ha deciso di non fare benzina quindi ci aspettano 46km fino alla prossima pompa con la lancetta che indica la riserva quasi sotto il sedile! Volete sapere le sue ultime parole famose pronunciate in Italia prima di partire??? : ”l’importante e’ fare gasolio ogni volta che possiamo! “
30/11 1-2/11/2009 TOP END nella fascia tropicale.
Siamo a Darwin : 120 mila abitanti circa. Fu fondata nella meta’ del 1800 ma quello che vediamo oggi e’ frutto della ricostruzione seguita alla distruzione provocata da Tracy . Era il 25 Dicembre del 1974 e alla fine di quel Natale poche centinaia di case su circa 12 mila resistettero alla furia del ciclone. La temperatura varia nel corso dell’anno da una massima di 32 gradi ad una minima di 23 gradi. Umidità: mille mila % ! Vi aggiorno su quello che abbiamo passato … Dunque siamo arrivati qui a corto di spiccioli e per non rischiare di rimanere veramente senza ci siamo accampati in spiaggia ma i cartelli parlano chiaro: da Ottobre a Marzo non fate il bagno perché ci sono i coccodrilli e le “cubo meduse”… Poi abbiamo mangiato delle cose in scatola …. e ci siamo riparati in un parcheggio pubblico per fare la nanna ma l’ansia di essere scoperti a campeggiare in aree proibite e il caldo ci hanno donato ore insonni ovviamente! Ma il mattino ha l’oro in bocca e mia sorella ci ha spedito i soldini via telematica ! E via, in campeggio a lavarci!! E ce ne andiamo pure a cena fuori …. Darwin è una città piuttosto viva, c’e’ una via centrale con un bel po’ di locali carini dove si può mangiare dal sushi al thailandese o anche solo bere qualcosa, possibilmente una birra che e’ la bibita alcolica preferita dagli australiani. I pub sono pieni tutte le sere...Probabilmente il motivo sta nel fatto che buona percentuale degli avventori sono ragazzi come noi (chiamati backpackers ovvero zaino in spalla) e si crea una bella atmosfera di festa. Infatti ci facciamo coinvolgere da due belle cowgirls che ci tirano dentro al bar più frequentato … la serata offre il taglio dei baffi! E’ un modo per sensibilizzare i ragazzi giovani per la lotta contro il cancro. Praticamente i maschietti si fanno crescere i baffi e poi se li fanno tagliare dalle cubiste lasciando una mancia che andrà come beneficenza agli enti preposti. Andrea , se li era tagliati giusto nel pomeriggio e si e’ mangiato le mani … Ma che caldo ragazzi!! Quanto ad Alice Springs ci si secca, tanto qui si suda! Il monsone australiano e’ puntuale come un orologio svizzero … sono 2 sere che alla stessa ora si presenta minaccioso all’orizzonte con le sue nubi livide e che in pochi minuti sovrastano la città. Diventa tutto buio, il vento si placa, la temperatura si abbassa lievemente e in pochi secondi scrosci d’acqua a non finire! Raffiche di vento e acqua a secchiate … non dura molto, circa mezz’ora o poco più, ma e’ proprio una tempesta tropicale di quelle con rombi e lampi improvvisi lampi che rischiarano per una frazione di secondo il cielo e a seguire crepitano i tuoni certe volte così potenti che ti lasciano sgomento! E terminata la furia subito splende il sole. Le foglie, i fiori, gli alberi si sono lavati e sfavillano nei loro colori tirati a lucido. E noi? In tutto questi ci rifugiamo tra le accoglienti pareti di metallo di Milk&Sugar… L’Anna ha rovesciato 2 volte il caffè in zona sedile e Andrea ha fatto cadere la carta igienica fuori dal portellone..tempo zero e il rotolo si e’ spappolato sotto la pioggia battente. Combiniamo guai e aspettiamo che il temporale passi in fretta . Ma il prezzo da pagare per questi minuti di frescura lo si capisce subito. L’umidità nell’aria raggiunge livelli inquietanti … cosi’ non ci resta che calzare le pinne e NUOTARE fuori dal VAN!
Una delle avventure che abbiamo deciso di affrontare qui a Darwin, e’ una delle maggiori attrattive turistiche: il cocrodile feeding … Cercheremo di rendervi partecipi e di coinvolgervi.
Seguite le istruzioni: salite su una barca, di quelle coperte solo da un tetto, terrà 20 30 posti, ci siete voi e una decina di vecchi ciccioni inglesi. Due Ranger accompagnano: un uomo alla guida dell’imbarcazione e una donna che comincia a spiegare. Guardate fuori bordo … l’acqua e’ verde marcio, il fiume da sponda a sponda sarà 150-200 metri e gli argini sono invisibili, completamente nascosti dalla vegetazione. I rami degli alberi si spingono in fuori fino a sfiorare l’acqua per accontentare l’ esigenza di luce delle foglie e i tronchi che sorreggono tutto si piegano e si inarcano per sostenere il peso della chioma. Si parte controcorrente, una lieve brezza vi scompiglia (per chi li ha) i capelli; gli occhiali da sole premono sul naso; le mosche fanno a gara per spaccarvi la palle (mettete la retina per proteggervi se volete); nessun odore vi colpisce particolarmente a parte lo spray di quei due davanti che seguitano a spruzzarsi l’antichissàqualecavolodiinsetto fra le decine che ci ronzano intorno! Non dimenticate l’afa quindi siate appicicaticci come non mai. Il ronzio del motore attira subito i nostri ospiti … quei tronchi si muovono verso di noi … si staccano dagli argini e vengono verso la barca … Sono i coccodrilli!!!! La ranger li chiama per nome, il che vi toglie il sale dalla sorpresa; ma si sapeva no? I rettili riconoscono le vibrazioni del motore e si avvicinano sapendo già che li aspetta un bel pezzo di coniglio o pollo in cambio di un paio di salti. La ranger li ingolosisce e usando una canna con lo spago tuffa la carne nell’acqua torbida. Loro famelici arrivano e lei li prende un po’ in giro alzando e abbassando davanti al loro muso l’innocua esca. Il croc di turno salta fuori dall’acqua per raggiungere il boccone e il ludibrio e’ generale!!!. Anche voi esultate di piacere e fotografate … Non c’e’ che dire, nonostante sia un balletto bello che pronto la visione dei coccodrilli da vicino e’ eccitante. Vero? Ecco che nuotano scodinzolando verso di voi, vedete benissimo le squame e i loro occhi … freddi e verdi con la pupilla a spicchio … vi fissano!!! E non tradiscono sentimenti, non hanno mimica facciale, orecchie o naso o sopracciglia che ci permettano di interpretare le loro intenzioni. Ma la sentite benissimo, e’ la paura atavica!!!! Qualcosa vi suggerisce che la cerniera perfetta dei loro denti si aprirà per TRANCIARE ED INGHIOTTIRE e se il cibo sarà un uccellino, un pesce o una mano … cavoli vostri!!!!!! Comunque il rischio piu’ grande che abbiamo corso e’ stato sfuggire all’attacco delle terribili formiche gialle e verdi. Una caparbia colonia si era insediata nelle fessure del portellone e abbiamo dovuto frustarle con degli stracci cercando di evitare i loro morsi. Ma non e’ stato sufficiente, percorsi alcuni km a piu’ di 90 all’ora alcuni stoici insetti resistevano agganciati al parabrezza! La sensazione di sentirle camminare addosso e’ durata per ore!
Ultimo giorno a Darwin: andiamo al parco botanico … due volte! Certo, e’ spettacolare e ne varrebbe anche la pena, ma la verità è che l’Anna ha lasciato la macchina fotografica accesa tutta la notte!!! E ora che e’ il momento di eternare su scheda di memoria le meraviglie di questo giardino tropicale non si può e tardiamo di un paio d’ore la partenza per ricaricare la batteria. Poco male, ci spariamo un delizioso yogurt gelato al mango e al passion fruit. Ve lo abbiamo detto che Darwin si chiama così in onore del famoso naturalista??? E non ci ha neanche mai messo piede!!!!!!!! La storia narra che John Clements Wickahm capitano della nave HMS Beagle e Darwin fossero diventati grandi amici durante una spedizione precedente. Trovandosi per la prima volta su queste nuove terre il capitano, decise di onorare il suo illustre amico e gli dedicò quella che ora e’ una bellissima città.
Andrea : Gli unici pensieri che ho da aggiungere è che i coccodrilli fanno davvero paura, ma in fondo sono un po’ uguali a noi … L‘altro giorno, ad Uluru, stavamo stuzzicando delle tartine di coccodrillo e io pensavo: “cibo, cibo , cibo!”Ieri ero sulla barca e il coccodrillo pensava: “cibo, cibo , cibo!”Forse tutti noi siamo un po’ coccodrilli … e un po’ cibo!!! Altra piccola cosa: sì, venire a Darwin ne vale la pena, tutto l’anno temperature medie molto alte e due stagioni. La secca e l’umida. Tutto l’anno in ciabatte e le ragazze vanno in giro con i pantaloncini corti e la canottiera. W Darwin!
Seguiamo la Victoria HWY e domani arriveremo a Kununurra, dove cambieremo fuso orario e la differenza con l’Italia sarà di solo 7 ore. KM percorsi fino ad ora 6.757

annalisa

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